Mauro Nesti è nato a San Marcello Pistoiese il 12 agosto 1935. Indubbiamente è stato uno dei piloti automobilistici italiani che nella sua carriera ha accumulato più vittorie assolute, conquistando nelle cronoscalate 9 titoli europei e 17 titoli italiani, aggiudicandosi oltre 450 gare in tutta Europa. Tutti questi successi gli sono valsi il nomignolo di "Re della montagna".
Non ha ancora vent'anni quando inizia con le gare motociclistiche, nel 1953 partecipa al Campionato Italiano 125cc e 250cc con una MV Agusta. Nel 1955 la casa varesina lo sceglie come pilota ufficiale, ma la carriera di centauro viene fermata dal tragico incidente di quell'anno alla 24 ore di Le Mans, che condizionò la disputa di gare motociclistiche su strada in Europa.
Negli anni sessanta inizia a correre con le auto, così nel 1963 prende parte al Campionato Italiano di Velocità su un’Abarth 850 di proprietà del cugino. Nello stesso periodo corre anche nel campionato italiano di F.3 alla guida di una Tecno, ma con scarsi risultati. In quel periodo di riflessione pensa anche al ritiro, visto che le disponibilità economiche non gli permettono di acquistare un mezzo competitivo.
La storia prestigiosa di Mauro inizia quando il sostegno dell’azienda Cebora di Cadriano (Bologna), gli permette di acquistare una Chevron 2000, una sport prototipo tra le più veloci del momento, con la quale si impone subito nella Cesana-Sestriere nel 1972. Cebora rimane al suo fianco praticamente per tutto il resto della sua carriera.
In quello stesso anno vince anche la prima Rieti-Terminillo, la prima Trento-Bondono e nel 1973 si impone nella prima Sarnano-Sassotetto intitolata a Lodovico Scarfiotti. Negli anni che seguono vince a ripetizione su tutte le salite d'Italia e d'Europa, portando nelle gare in montagna un approccio estremamente professionale ed una cura della preparazione della gara invidiabile.
Conosce e fa sue tutte le più importanti corse in salita d’Europa, ma tra le sue preferite la Sarnano-Sassotetto è al primo posto: in carriera ne vince ben nove, divenendo un beniamino del pubblico maceratese e non solo, amatissimo oltre che per la sua bravura anche grazie alla sua simpatia. Del percorso di Sarnano ha sempre sostenuto che è il più impegnativo ed entusiasmante d’Europa. Da buon toscano, ha sempre la battuta pronta, come questo commento espresso ad una sua gara: «Ho fatto tre curve alla grande, peccato che non c'era un bar: mi sarei pagato da bere».
Dopo la Chevron, Nesti porta in gara la March con la quale però subisce un terribile incidente in cui riporta diverse fratture rimanendo costretto al riposo per svariati mesi. Passa poi al volante delle Lola in varie versioni, sempre fedele al motore Bmw 2000. Nei successivi anni ottanta guida magistralmente l’Osella PA/9, splendido prodotto del costruttore italiano di vetture sport che ha acquisito grande notorietà in montagna per approdare poi anche alla F.1. Nel 1993 passa a una Lucchini-Bmw per poi chiudere gli anni novanta al volante di una Breda-Bmw.
I risultati con la Breda tardano però ad arrivare; sembra giunta la fase calante della carriera, arricchita solo da un paio di successi assoluti. La scomparsa in un incidente del giovane campione Fabio Danti, suo concittadino, durante la Caprino-Spiazzi del 2000, e anche un successivo e serio incidente capitatogli con la Breda sulla Salita del Costo ad Asiago nello stesso anno, turbano la sua serenità. Senza annunciare ufficialmente il proprio ritiro, si fa gradatamente da parte, riservandosi qualche apparizione in gare destinate a vetture di scaduta omologazione.
Improvvisamente torna nel 2007 sulla sua vecchia Osella PA/9 partecipando alle gare in salita tra le Auto Storiche. Nel 2008, ripreso il ritmo, torna a sorprendere salendo tra le storiche sul gradino più alto del podio a 73 anni suonati alla Trento-Bondone, la Lima-Abetone e la Iglesias-S. Angelo. Continua così a partecipare anche nel 2009 e 2010, prendendo parte alle gare alle quali è più rimasto affezionato.
Malato da tempo, si è spento il 13 novembre 2013 all'età di 78 anni, nel letto della sua casa di Bardalone (Pistoia).
Un uomo dall'eleganza innata, senza peli sulla lingua, sempre velocissimo in gara. Un vero signore, un esempio di come le corse possono trasformarsi anche in un modello di vita. Sorrideva spesso parlando di corse, a volte s’infervorava. Un vero leone, anche senza il casco allacciato in testa. I suoi successi hanno portato le salite al massimo della loro popolarità. Mauro Nesti ci ha lasciati ma forse sarebbe più giusto dire che “si è trasferito”: gli uomini come lui lasciano un segno tanto indelebile nella storia, che anche dopo anni la gente si chiede se sia possibile che non ci sia più. Si, Mauro c’è, si è solo trasferito nella leggenda!
Un bellissimo libro è stato pubblicato nel 2016 sulla vita e la carriera sportiva di Nesti, si intitola “Grazie Mauro” ed è stato scritto dal giornalista Gianni Tomazzoni.
“Se leggete queste righe vuol dire che ho perso la gara più impegnativa della mia vita. Voglio salutare tutti i miei tifosi e gli amici ringraziandoli per l’affetto che mi hanno sempre dimostrato" (Mauro Nesti)
Intervista a Mauro Nesti
Il campione delle cronoscalate intervistato in occasione della sua partecipazione come apripista alla riedizione della Sarnano-Sassotetto (2008).